SHAPESHIFTER




La convinzione che ci sia un legame energetico che stringe corpo umano e contesto ambientale in un connubio inestricabile è alla base di molta parte del lavoro di Salvatore Calì, in cui il corpo (il suo) perde confini e si disperde nella natura, “rivestendo” di pelle umana cascate, alberi, luoghi propulsori di un’energia ancestrale…
(dalla presentazione in catalogo di Marco Trulli per la personale Shapeshifters, nel contesto di timeless | senza tempo, progetto curatoriale di Renata Summo O’Connell - Artegiro Contemporary Art, Montefiascone (Viterbo), 2012)



Shapeshifter (colui che muta forma) è il termine con il quale nelle culture sciamaniche dell'America centro meridionale vengono indicati quelle persone, dai poteri straordinari, capaci di mimetizzarsi completamente nel paesaggio assumendone le sembianze fisiche.

In occidente, con tale termine, vengono indicate quelle persone capaci di portare cambiamenti significativi nella società in cui vivono, ruolo svolto, a mio avviso tra l’altro, dall’Arte.

Il progetto Shapeshifter consiste in una serie di autoritratti nei quali tento, tramite la tecnologia digitale – che ci ha trasposti per sua intima natura, dal mondo materiale dell’atomo al mondo immaginifico dei quanti, e attraverso metodiche da camera oscura digitale, con stratificazione di immagini e informazini in un’unità di tempo e luogo -, di fondermi con il paesaggio divenedo altro da me, confrontandomi così, intimamente, con gli elementi che lo costituiscono, rocce, erbe, alberi, luoghi.



piave (giugno duemilaundici). stampa digitale su dibond. 75x50cm. 2011




























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